Nota dell'autrice: questa ff, come collocazione temporale, è da inserire fra "Il sogno" e "In nome dell'amicizia". Trattasi di una mia personale versione "rivista e corrotta" della parte finale della storia. Mi auguro vi piaccia...
La Bambola Inizia a Camminare...
Parte II
 
 
Quando sentì bussare alla porta Rosalie trasalì. Chi mai poteva essere a quell'ora e con quel tempo? Lei ed il marito andarono ad aprire e furono decisamente stupiti di trovarsi davanti Oscar ed Andrè, bagnati fradici e con i bagagli in mano...
"Per caso sareste disposti ad ospitarci?" - domandò Oscar ai due amici, abbozzando un sorriso.
"Ma certo, entrate..." - rispose Bernard, non appena si riebbe dallo stupore.
I due giovani, dopo essersi asciugati alla meglio, gli raccontarono tutto quello che era successo e gli dissero che avevano deciso di collaborare con lui nella sua battaglia a favore del popolo. Rosalie portò a tutti qualcosa di caldo.
"Sono contento, ma so anche che questa decisione deve esservi costata molto...Adesso sarà meglio andare a riposare. Domani ci aspetta una giornata pesante!" - disse Bernard - "Rosalie troverà una sistemazione...".
"Grazie..." - gli risposero Oscar ed Andrè all'unisono.
"Di nulla...in fondo ho un vecchio debito da saldare, no..." - replicò il giovane, dando ad Andrè una pacca sulla spalla.

Oscar e Rosalie si avviarono al piano superiore. La ragazza prese una pila di biancheria dall'armadio a muro in corridoio ed aprì la piccola stanza che di solito riservava agli ospiti. Era visibilmente imbarazzata ed Oscar se ne accorse.
"Qualcosa non va, Rosalie?" - le chiese.
"Ecco...madamigella Oscar..."
La giovane la interruppe.
"Non chiamarmi più così, per favore...Ora sono semplicemente Oscar, intesi?" .
"Va bene...se è questo che desiderate..." - Rosalie sorrise appena - "Comunque il problema resta...".
"Quale problema?" - domandò Oscar, tentando di capire.
"Vedete...il fatto è che...questa è la sola stanza che abbiamo per gli ospiti! Voi siete in due...".
Oscar non poté fare a meno di scoppiare in una fragorosa risata.
"Proprio come dieci anni fa...ci provate davvero tanto gusto a ridere di me?" - sbottò Rosalie.
Oscar si sentì in dovere di precisare.
"No...non stavo ridendo di te...Solo che sono successe alcune cose che rendono le tue premure...diciamo...superflue!" e questa volta fu lei ad arrossire - "Questa stanza andrà benissimo...non devi preoccuparti." .
Rosalie capì ed ebbe la delicatezza di non continuare il discorso.
"Va bene...allora vado a prendervi dell'acqua calda. Chiamatemi se avete bisogno di qualcosa." - si limitò a dire.
"Grazie...".

Era già notte fonda. Andrè si svegliò e, con un gesto istintivo, cercò con la mano Oscar dall'altra parte del letto. Non trovandola si mise a sedere e vide che era davanti alla finestra, la sua giubba dell'uniforme buttata sulle spalle. Si alzò e la raggiunse.
"Non riesci a dormire?" - le chiese dolcemente, sedendosi accanto a lei sulla poltrona ed abbracciandola. Oscar non disse nulla, si limitò ad appoggiare la testa sul suo petto.
"Oscar...anche io sono preoccupato e in questo momento la sola cosa che vorrei fare è andarmene da questo caos...Vorrei tornare ad Arras e vivere tranquillo, ma so che non sarebbe giusto...Tutte queste persone stanno lottando per creare una Francia migliore, rischiando tutto. Non abbiamo il diritto di tirarci indietro, dobbiamo fare la nostra parte anche noi!".
"Lo so...".
"E poi so anche che tu non accetteresti mai una proposta del genere...ti conosco troppo bene. Vai sempre fino in fondo nelle tue decisioni, qualunque sia il prezzo da pagare. Questa è una delle cose che mi hanno fatto innamorare di te e che non cambierei mai!".
"A volte ho la sensazione che tu mi conosca quasi meglio di me stessa. E questo mi spaventa un po'...lo sai?".
"Te l'ho già detto quella sera ad Arras: l'unica cosa che voglio e farti felice...".
"Allora promettimi una cosa...".
"Certo...dimmi.".
"Promettimi che non mi lascerai mai...che staremo insieme tutta la vita!".
"Lo sai che sarei pronto a giurartelo davanti al mondo intero...".
"Sei il solito esagerato!" - replicò Oscar sorridendo e guardandolo negli occhi - 
"Mi accontenterei che tu me lo giurassi davanti ad un prete..." (1).
Andrè per un attimo rimase senza parole...Oscar gli accarezzò il viso.
"Non mi dire che hai cambiato idea..." - lo incalzò.
"No...certo che no! E' solo che...non mi aspettavo certo una richiesta di matrimonio fatta in questo modo..." - si affrettò a precisare lui. La conosceva bene, è vero, ma riusciva sempre a stupirlo.
Lei tornò seria.
"Dico davvero...voglio diventare tua moglie. Ho capito che la vita è un bene prezioso e mi sono resa conto di  averne già sprecata tanta...non voglio sciupare più neppure un istante!".
"Ma certo che lo diventerai! Non appena tutto questo sarà finito andremo nella piccola chiesa di Arras...te lo prometto! Ti amo, non dimenticarlo mai.".
"Ti amo anch'io...".
Andrè la prese dolcemente fra le braccia e la stese sul letto, si sdraiò accanto a lei e la coprì. Lei si strinse a lui e questa volta sentì che si sarebbe addormentata subito. Fino a quando lui l'avrebbe tenuta fra le braccia il futuro non le avrebbe più fatto paura, qualunque cosa avesse riservato loro il destino. Ora anche il suono della pioggia che picchiava sulle finestre aveva un suono rassicurante...

FINE

(1) Ebbene sì...il fatto che Oscar chieda ad Andrè di sposarla quando lui sta per morire è un'altra delle cose che ho sempre faticato a "mandare giù"!
 

                                                                                                                    Midori
 

 

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